Verità fluttuanti e identità incerte da rintracciare sotto le macerie di un terremoto.
Lo spaesamento di chi arriva da un luogo in rovina confligge con la messinscena delle presunte verità; e la morbida ricerca di un equilibrio esistenziale da parte di coloro che arrivano dalla catastrofe appare follia a chi non ha ancora conosciuto il vuoto sotto i piedi.
Il terremoto della Marsica nel 1915 cui Pirandello fa un rapido accenno nell’opera, Così è (se vi pare) corrisponde nel presente allestimento al franare dell’architettura emotiva e psicologica del Signor Ponza e della Signora Frola, reduci volutamente anonimi e impegnati nella ricostruzione di un senso nuovo e possibile dell’esistere, ‘aperto a mille lampi’ se pur privo di una verità burocratica.
Il salotto Agazzi diventa un microcosmo autosufficiente in cui personaggi creati da una realtà mediatica incarnano ruoli autoreferenziali, cui nulla importa della verità reale.
La presente lettura dell’opera pirandelliana risente in maniera profonda degli ultimi avvenimenti che hanno sconvolto l’Abruzzo: il terremoto, che per Pirandello era un pretesto per azzerare certezze e fisionomie, e un non luogo da cui far emergere la critica alle sicurezze preconfezionate, diventa ora punto di partenza per un’inchiesta sul profondo dissidio tra verità e realtà, tra le ostentate certezze dei salotti televisivi e l’eterna fragilità dell’esistere.
con Cristina Cartone, Tommaso Di Giorgio, Stefania Evandro,
Paola Munzi, Ottaviano Taddei, Alberto Santucci,
Rita Scognamiglio, Giacomo Vallozza
figure bianche Massimo Piunti
costumi Chiara Curci
fotografie Alessandra Sabatini
regia Antonio Silvagni
COSI’ E’ (SE VI PARE) Tg3
PROMO VIDEO COSI’ E’ (SE VI PARE)
PIRANDELLO, IL TERREMOTO, L’ABRUZZO
Così è (se vi pare), coproduzione Teatri d’Abruzzo – Teatro Stabile d’Abruzzo pur rispettando il testo pirandelliano, intreccia il passato al presente: una riflessione imbarazzante e comica sull’ingerenza dei mass media nella realtà quotidiana, sull’alterazione e l’offuscamento della verità a scapito dei mille Frola/Ponza vittime del terremoto e delle convezioni, pur tuttavia alla ricerca di un nuovo equilibrio.
Lo spettacolo è stato presentato da agosto 2009 ad oggi più di 5000 spettatori.
Lo spettacolo nasce dalla volontà di reazione di tre compagnie abruzzesi:
- reazione all’inerzia e al malcostume di enti e istituzioni teatrali iperfinanziati con denaro pubblico
- reazione all’indifferenza della classe politica regionale di fronte alla drammatica situazione del teatro abruzzese
- reazione alla catastrofe del terremoto
- reazione alla catastrofe della gestione del dopo terremoto.
- e allora… Così è (se vi pare)
Il testo rimane quello scritto da Luigi Pirandello ma gli accadimenti del aprile 2009 nella regione Abruzzo condizionano fortemente la nostra messa in scena dell’opera.
‘la sventura che deve rimanere nascosta perchè solo così può valere il rimedio che la pietà le ha prestato’ e che tutti volgarmente cercano di denudare e violentare nell’opera di Pirandello per noi diventano la dignità violata e il dolore trasformato in spettacolo, la pietà esibita dei nostri mezzi di informazione che ci vedevano nei giorni immediatamente successivi al terremoto involontari e a volte inconsapevoli protagonisti di show televisivi.
Questa la spinta più importante per la drammaturgia del nostro spettacolo, che mantenendo pressoché inalterato il testo di Pirandello, sostituisce al salotto borghese di inizio XX secolo, il post moderno salotto televisivo di inizio XXI secolo e inserisce un prologo e due intermezzi dedicati allo spaesamento subito dalle vittime del terremoto, ai fantasmi che ha creato e allo scempio fatttone dai media.
L’altra, senz’altro meno seria ma altrettanto inquietante, è la presa di coscienza, di noi attori registi e tecnici teatrali Abruzzesi, di come l’informazione utilizzi ancora oggi preconcetti e luoghi comuni per definire la nostra regione e i suoi abitanti: l’Abruzzo forte e gentile, le pecore, l’aria buona e incontaminata dal progresso, l’organetto la conca e i costumi e i canti folkloristici… Semplificazioni che servono alla velocità e all’immediatezza dell’informazione, ma che a nostro avviso sono desuete e lontane dalla realtà dell’Abruzzo contemporaneo.
Uno spettacolo alla ricerca quindi non di sterile orgoglio campanilista, ma per la rivendicazione – attraverso i nostri modesti strumenti – dell’ingresso della nostra regione e dei suoi abitanti nel mondo contemporaneo (inquinamento e corruzione compresa).
SITO TEATRI D’ABRUZZO