Dal progetto FILOSOFAVOLE sono nati gli spettacoli
Cenerentola e lo specchio intende approfondire il rapporto tra teatro e filosofia già avviato dal Teatro Lanciavicchio in precedenti esperienze teatrali, realizzate a partire da tematiche filosofiche come stimolo per la riflessione e l’emozione.
Cenerentola e lo specchio si propone come spettacolo e momento di integrazione di questioni filosofiche per bambini, narrazione autobiografica, stimolo per la creatività e la riflessione, il tutto condotto e scandito attraverso lo strumento della comunicazione e la relazione teatrale.
Cenerentola e lo specchio è uno spettacolo sul tema della trasformazione: la trasformazione del corpo, la trasformazione della parola e la trasformazione degli oggetti e della materia a partire dalla favola di Cenerentola. La drammaturgia è stata realizzata col fine di scardinare i luoghi comuni che la favola racconta e tramanda, le categorie di giudizio che implicitamente esprime e le grandi metafore di trasformazione che in essa sono racchiuse.
Cenerentola e lo specchio intende infatti stimolare negli spettatori una riflessione profonda sul tema dell’identità, della trasformazione di sé e del mondo, i sogni di realizzazione di sé nella vita e nel lavoro; uno spettacolo a più linguaggi e livelli di lettura, ma di forte e semplice impatto, che indaga intorno al tema identità/giudizio.
Cenerentola e lo specchio integra la metodologia di indagine della filosofia per ragazzi con la dimensione spettacolare, per stimolare nei giovanissimi la consapevolezza dei processi cognitivi e di interpretazione della realtà, utilizzando come punto di partenza la finzione narrativa e lo stimolo alla narrazione autobiografica.
CENERENTOLA
La più antica delle fiabe diventa occasione di riscrittura in chiave interrogativa di un binomio classico del mondo della narrazione per l’infanzia, e dell’indagine filosofica: verità/apparenza e i pregiudizi ad esso collegato.
La casa di Cenerentola – ora regno della Matrigna – diventa l’arena di combattimento tra i diversi punti di vista sulla realtà vissuta dai personaggi, e tra gli opposti ruoli da essi giocati: quello della servetta che si sente buona (e così sembra), quello della matrigna (che maligna appare) e l’altro giocato dalle sorellastre (grottesche icone dell’ “essere o sentirsi brutta”).
La struttura drammaturgica cerca di stimolare interrogativi rispetto ai pregiudizi che istintivamente nascono dalla lettura abituale della fiaba: la bellezza deve essere sempre premiata? La bellezza significa anche bontà? La bellezza è solo avere un bel viso o può derivare anche da elementi interiori dell’essere umano?
Il parteggiare istintivo dei bambini per il personaggio percepito come più buono- anche se non sempre portatore di ‘buone’ azioni – diventa elemento vitale dello spettacolo nel disvelamento di una verità ulteriore che si nasconde dietro le apparenze e i costumi dei personaggi, e dietro il ruolo imposto ad essi dalla fiaba; e man mano spunta tra i rami il dubbio che per essere buoni e meritare un destino diverso non basta solo essere belli, apparire tali o avere il piede della misura giusta.
Lo specchio che è in scena diventa simbolo quindi della riflessione intesa nel duplice senso: reale e fisico -guardare la propria immagine e quella degli altri in quanto pura apparenza- e la riflessione intorno al proprio modo di essere e vivere.
Pur centrando l’attenzione su temi profondi e complessi, lo spettacolo racconta la storia di Cenerentola, la Matrigna e le Sorellastre con un linguaggio allegro e divertente.
LA REGIA DELLO SPETTACOLO
Stefania Evandro
è nata ad Avezzano nel 1968. E’ attrice e regista teatrale, e cura la Direzione Artistica del Teatro Lanciavicchio. Ha avuto una formazione eterogenea che è partita dalla danza classica ed è passata attraverso esperienze in ambito cinematografico (sceneggiatura e assistenza alla regia). Ha avuto esperienze di formazione in diversi ambiti del fare performativo, spaziando dall’approccio fisico e tecnico del Terzo Teatro al metodo Stanislavski –Strasberg e incontrando maestri quali: Remondi e Caporossi, Toni Cots, Jean Paul Denizon, Naira Gonzalez, Ferruccio Soleri, Nicolai Karpov, Jim Sloviack, Jairo Cuesta, Laura Curino, Tapa Sudana, Danio Manfredini, Cesar Brie. Dopo una laurea con lode in Storia dello Spettacolo presso l’Università La Sapienza di Roma, prosegue la formazione universitaria con Corsi di perfezionamento post laurea in ‘Educazione interculturale’ Università di Roma 3 e ‘Philosophy for children’ presso l’Università di Padova. E’ stata Docente universitaria a contratto per le materie di ‘Terapeutica Artistica’ presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila; ‘cultore della materia’ presso l’Università dell’Aquila in Letteratura Italiana e Letteratura per l’Infanzia dal 2004 al 2007; e Docente a contratto per la materia ‘Narrativa Teatrale’ presso la Facoltà di Scienze della Formazione di L’Aquila dal 2007 al 2010.
Negli ultimi anni ha firmato la regia di diversi spettacoli di Teatro per ragazzi prodotti dal Teatro Lanciavicchio : Aquarum (2001) sui miti e le leggende del Lago Fucino, Cenere (2006)spettacolo di attori e macchine per grandi spazi e I Racconti del Bosco (2009) percorso teatrale in scenografia naturale, spettacolo itinerante in parchi e aree protette.
Insieme ad Antonio Silvagni ha curato dal 2000 al 2007 la creazione e la regia di Spettacolezioni lezioni – spettacolo sulla storia del teatro e degi attori.
Cura per il Teatro Lanciavicchio la scrittura e l’allestimento delle Filosofavole, spettacoli per ragazzi e famiglie che coniugano l’esigenza di benessere e divertimento a teatro con l’indagine filosofica, intorno a temi considerati tabù per l’infanzia: Polvere di Farfalla filosofavola dark (2006) indaga il tema della morte attraverso il mito greco di Admeto e Alcesti, e Cenerentola e lo specchio filosofavola noir (2010) il tema della verità e dell’apparenza.